“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che
condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare..il verbo sognare”. Queste le
righe iniziali di “Come un romanzo” che, come dice il titolo stesso, un romanzo
vero e proprio non è. Piuttosto parliamo di una specie di saggio in cui Pennac,
da bravo professore e scrittore quale è , parla di quelli che lui stesso
definisce i “diritti imprescrittibili del lettore”. Pennac ci insegna in questo
libro, con il suo solito tono ironico e sarcastico, cos’è la lettura e quello
che deve, anzi quello che può fare un lettore. Innanzitutto il diritto di non
leggere , contrariamente all’imposizione di tanti genitori che ordinano ai loro
figli di fare qualcosa che in realtà non si può fare se non lo si vuole
davvero. E poi Pennac ci parla del “come” si ha il diritto di leggere: è
concesso al lettore saltare delle pagine, non finire un libro oppure rileggere
lo stesso libro più volte. Non dimentichiamo poi che si può leggere ovunque e
leggere in ogni modo, anche a voce alta.
Tutto è concesso al lettore quindi, l’unica regola è
volerlo, è entrare con passione in un libro e poi farne quelle che ognuno,
personalmente, vuole. E’ questo per Pennac il bello della lettura, il calarsi
completamente in una storia, l’emozione di provare le sensazioni dei personaggi
che vengono descritti e raccontati, il bello di evadere dalla propria vita per
viverne un’altra e trovare in questa magari delle risposte.
E questo è anche quello che dovrebbero apprendere gli
studenti nella scuola, in quella scuola in cui lui insegna e di cui vede i
mali, in quella scuola dove troppo spesso i professori impongono letture che ,
di conseguenza, gli alunni non apprezzano, in quella scuola dove la lettura è
troppo spesso un obbligo a cui adempiere in pochi giorni, con la conseguente
perdita del puro piacere di leggere
qualcosa semplicemente perché si vuole.
Sono considerazioni semplici ma importanti per comprendere
quella che è la reale bellezza della lettura. D’altronde, non dimentichiamoci
che ogni scrittore è anche un grande lettore, quindi, chi meglio di Pennac
poteva raccontarci in un libro tutto questo?