lunedì 7 maggio 2012

Giovanni Allevi - A cuore aperto

Fonte: http://musicantis.blogspot.it/2012/05/giovanni-allevi-cuore-aperto.html
di Saverio Spadavecchia


Giovanni Allevi ritorna a Fabriano presentando lo spettacolo “Incontro tra parole e musica”, e lo fa con la sua semplicità e con il sorriso che è solito accompagnarlo in ogni occasione. Il legame con la città della carta forte e vivo, ed è lo stesso artista di Ascoli Piceno ad esordire così  : “Ritornare in questo teatro per me è sempre una emozione grandissima, perché il teatro Gentile da Fabriano ha rappresentato un punto di svolta fondamentale nella mia carriera. Qui infatti ho registrato l’album Evolution, il mio primo album registrato con l’ orchestra dei Virtuosi Italiani. Per me tornare qui, oggi, significa rivivere le stesse emozioni del 2008. E mi fa sperare di poter ritornare a fare qualcosa nuovamente di respiro sinfonico. E poi questo teatro è importante perché quando dovevo scegliere il luogo dove registrarlo, mi sono informato presso alcuni fonici di mia conoscenza per sapere quale fosse il luogo con la migliore acustica. E tutti, mi hanno indicato senza dubbio alcuno il teatro fabrianese. Anche fonici che non si conoscevano tra loro e che non sapevano di questa mia indagine, hanno segnalato con decisione il Gentile. Una qualità che secondo gli interpellati va oltre i confini nazionale e si dimostra estremamente apprezzata e considerata anche all’estero. E dopo averla provata questa magnifica acustica, posso ammettere senza dubbio che è così. E soprattutto non escludo di ripensare un nuovo progetto sinfonico dopo due anni di tour di pianoforte solo”. 

Prendendo spunto dal tuo ultimo libro, “Classico ribelle”, quanto c’è di classico e quanto c’è di ribelle dentro di te?
“la classicità rappresenta tutto quanto ho studiato nel corso degli anni. 20 anni di studio accademico sono stati durissimi, ma sono serviti per entrare in contatto con quello che i grandi del passato hanno creato. Davanti alla classicità abbiamo 2 possibilità : rimanere schiacciati dalla sua magnificenza oppure costruire una via ribelle, e provare a capire se anche noi abbiamo delle capacità di fare altrettanto partendo dal loro spunto. E questo gesto irreverente non è stato perdonato dagli accademici, perché loro non perdonano l’allontanamento dal passato per affermare il presente. Ma questa sana ribellione è necessaria, perché la musica classica deve tornare ad avere un ruolo centrale anche nel presente”.
E’ di pochi giorni fa l’uscita del tuo album in Francia, quanta emozione c’è nel presentare e far conoscere la propria musica al di fuori dei confini italiani?
“C’è emozione ed orgoglio perché tutto è nato dopo un mio concerto a Parigi. Concerto che non dovevo fare a causa della scarsa prevendita dei biglietti. In molti mi hanno sconsigliato di farlo, ma io non ho mai fatto delle questioni sui numeri e mi sono detto che questo concerto era esattamente come tutti gli altri. Ho preso la decisione di suonare con tutta la passione e con tutto il cuore di cui ero capace. Per fortuna il teatro si è riempito, ed il caso ha voluto che dei dirigenti dell’etichetta per cui “Secret Love” è uscito fossero presenti. E quindi se io non avessi seguito il cuore, non ci sarebbe stato nessun disco in Francia. Non bisogna dar retta alle proprie paure, bisogna buttarsi di cuore, perché quando fai le cose in questa maniera le porte si aprono”.

E’ stato come rivivere, con le dovute differenza, il tuo primo concerto a Napoli. Dove si presentò solo una persona?
“Verissimo! Anche perché nell’occasione parigina, mi sono rivisto nei momenti iniziali della mia carriera. La condizione dell’inizio è fondamentale, perché in quella fase è tutto da provare e scoprire. D’altra parte io non mi sono mai sentito arrivato, e quindi rivivere le sensazioni di Napoli è stato importante. Tutto è da inventare e tutto è da costruire quindi bisogna andare avanti così”.

Quindi bisogna sempre emozionarsi, Giovanni?
“Assolutamente. È fondamentale emozionarsi sempre, perché è la cosa più importante di tutte”.